Covid.
PD: Avviare subito campagna di vaccinazione allinterno delle carceri
Palermo, 11 gennaio 2021 - Subito vaccini per gli agenti di polizia
penitenziaria, le detenute e i detenuti, gli operatori carcerari e per coloro che entrano
negli istituti di pena per motivi di difesa. La protezione deve essere più rapida laddove
la vulnerabilità è maggiore. Lo dichiarano Anthony Barbagallo, segretario
regionale del PD Sicilia, Marco Guerriero, componente della segreteria regionale e Maria
Grazia Leone, responsabile dipartimento Diritti, unendosi all'appello lanciato da Mauro
Palma, presidente dell'Autorità Garante Nazionale dei diritti delle persone private della
libertà personale e da Liliana Segre, senatrice a vita.
Inserire tra le priorità la vaccinazione nelle carceri - continuano i dirigenti
democratici - assume carattere di emergenza dal momento che si tratta di luoghi
particolarmente soggetti al rischio di diffusione dell'infezione da Covid. Il comitato
nazionale per la Bioetica, nel parere del 28 maggio ha definito particolarmente
critica la situazione carceraria, proprio perché critiche sono le condizioni di
partenza. Luoghi strutturalmente chiusi, carenti di spazi adeguati, dove peraltro, visti i
numeri attuali delle presenze, la misura preventiva del distanziamento - aggiungono -
risulta impossibile da mantenere e la convivenza forzata crea una costante promiscuità
fra tutti i presenti. Considerato, poi, che molti fra coloro che vivono il
carcere sono liberi di uscire e di fare rientro alla loro vita ed ai loro affetti -
direttori, direttrici, impiegati, medici, educatrici, avvocate e cappellani - l'aumento di
contagi fra i detenuti finirà - spiegano Barbagallo, Guerriero e Leone - per
ripercuotersi su di loro e inevitabilmente, per loro tramite, sulla comunità
esterna.
Siamo di fronte ad un imperativo fondamentale della nostra Costituzione che in linea
con la Carta dei diritti Umani, attribuisce il diritto alla tutela della salute di tutti,
anche quando si trovano momentaneamente privi della libertà personale per motivi di
Giustizia. Sono già state ridotte al minimo le visite, sospese le attività di supporto e
le attività lavorative dentro e fuori dal carcere, di fatto sono state ridotte tutte le
dinamiche che - concludono - potevano favorire il rischio del contagio, proviamo adesso a
dare quello che serve per proteggere tutti definitivamente dal contagio. |