COMUNICATO STAMPA
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Mafia. Da Catania il Pd a convegno
rilancia l’allarme: “Non abbassiamo la guardia”
Catania, 22 marzo 2025 –Si è svolto questa mattina, all’hotel NH
di Catania, il dibattito dal titolo “Dalle scarcerazioni facili dei boss alla
permeabilità degli enti locali: non abbassiamo la guardia”, promosso dal Pd Sicilia.
Un momento di confronto e riflessione promosso dal Pd Siciliano - e moderato dal segretario
regionale, Anthony Barbagallo - all’indomani della giornata nazionale della memoria e del
ricordo delle vittime innocenti di mafia che si è svolta ieri a Trapani, al quale sono
intervenuti Enza Rando, responsabile Legalità del PD; Alfonso Sabella, già sostituto
procuratore antimafia a Palermo e oggi giudice a Roma; Antonello Cracolici,
presidente della commissione regionale antimafia. Le conclusioni sono state affidate a Debora
Serracchiani, responsabile Giustizia del Pd.
Di seguito le dichiarazioni dei relatori:
Anthony Barbagallo: “La cosa che ci continua a preoccupare di più è il
metodo di costruzione del consenso che avviene in modo spregiudicato, ricercando o non
rifiutando il contatto con la criminalità organizzata. E’ successo e continua ad
avvenire, con un senso di impunità che lascia esterrefatti e mi riferisco, nello specifico,
alla vicenda che riguarda Tremestieri Etneo in cui lo scorso anno sono stati arrestate 11
persone tra esponenti politici, tra cui il primo cittadino, funzionari comunali ed
imprenditori, accusati tra l’altro di scambio elettorale politico, estorsione aggravata
dal metodo mafioso, corruzione aggravata, istigazione alla corruzione.
“Tremestieri è stato – prosegue – anche al centro della relazione del
presidente della Corte di appello di Catania alla recente inaugurazione dell’anno
giudiziario e i commissari inviati dal ministero dell’Interno hanno da poco concluso
l’attività ispettiva. Ci vorrebbe maggiore responsabilità e rispetto delle istituzioni.
E invece – aggiunge- ci sono segreterie politiche, parlamentari, e procacciatori di voti
che piuttosto che attendere rispettosamente l'intervento dello Stato, lo sfidano, facendo
girare senza rossore messaggi, annunciando la propria presenza in lista e ricordando la data
del voto".
Antonello Cracolici: “É tempo di fare una riflessione sulla legge che
disciplina lo scioglimento dei comuni per infiltrazioni mafiose perché non ha
l’efficacia che si pensava potesse avere quando fu fatta, oltre 40 anni fa, prima
dell’elezione diretta dei sindaci. Dobbiamo darci una nuova strumentazione se vogliamo
essere più efficaci, considerando che molti comuni hanno subito più volte lo stesso
provvedimento. Il senso di questa iniziativa deve essere quello di alzare la vigilanza anche
dentro la politica e i partiti e il Pd deve fare la sua parte : è venuto il tempo di avviare
una riflessione sulla legge elettorale siciliana e sulle modalità di elezione dei sindaci e
dei consigli comunali. Cosa nostra esiste perché gode di consenso nei territori ed il caso
Ramacca ne è il paradigma: se in un territorio a forte vocazione agricola, con una lunga
storia di impegno sindacale e civile ci si mette a disposizione - pur sapendo con chi si ha a
che fare - vuol dire che è venuta meno una certa barriera contro il condizionamento
mafioso”.
Enza Rando: “Dopo la bellissima e partecipata manifestazione nazionale
sulla legalità che si è tenuta ieri a Trapani, organizzata da Libera, è importante oggi
riprendere l’argomento con questa iniziativa voluta dal Partito Democratico. Certamente,
la mafia di tipo militare – quella che ha contrastato il dottore Sabella –
l’abbiamo sconfitta. Ma adesso, allo stesso modo, bisogna mantenere alta la vigilanza. Il
fatto che la mafia non spari non vuol dire infatti che sia meno pericolosa. Anzi, è più
subdola, cerca di fare affari, reinvestire i suoi ingenti capitali illegali, prova ad
avvicinare burocrati e politici. E purtroppo a volte questi tentativi vanno a segno. Siamo qui
proprio per ribadire che dobbiamo mantenere alta la guardia e respingere un certo modo di fare
politica”.
Debora Serracchiani: “Vogliamo che ci sia attenzione non soltanto dentro
il carcere ma anche fuori, quando ad esempio i boss escono noi dobbiamo una mappatura del
territorio, lo dobbiamo controllare e dobbiamo essere in grado anche operare, laddove
possibile, un inserimento sociale e dove non è possibile, attraverso il controllo che quel
territorio resti libero da condizionamenti.
La mafia si sta reinventando investendo sull’innovazione tecnologica e purtroppo abbiamo
un governo che, dall’altra parte, sta allentando la morsa. Alcune decisioni, che non
abbiamo condiviso, le riteniamo pericolose, come l’abolizione dell’abuso di ufficio
o la limitazione nell’uso delle intercettazioni , ci sembrano veramente pericolose
perché tendono ad eliminare o comunque rendere più difficili le indagini”. |
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UFFICIO STAMPA PD SICILIA
Wladimir Pantaleone
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334.9850534
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