PNRR.
PD Sicilia: Avevamo lanciato allarme tagli per la Sicilia, Schifani non ha toccato
palla
Palermo, 2 agosto 2023 - Lo avevamo messo nero su bianco già il 7
luglio: le risorse del PNRR legate agli obiettivi del 30 giugno erano gravemente a
rischio. E la revisione approvata ieri a Roma è la conferma del nostro allarme,
nonostante le smentite e le (ipocrite) rassicurazioni del Governo: cancellate risorse e
progetti per la Sicilia per oltre 1,4 miliardi che si aggiungono al miliardo di fondi
strutturali che la giunta Schifani ha dichiarato non riuscire a spendere. A rischio quindi
pure la compensazione promessa da Fitto di rifinanziare i progetti eliminati
dal PNRR con risorse delle politiche della coesione visto che la Sicilia ha fallito gli
obiettivi di spesa anche su questi fondi. Lo affermano il segretario regionale del
PD Sicilia, Anthony Barbagallo e Cleo Li Calzi, componente della segreteria regionale e
responsabile del dipartimento PNRR che, sullargomento ha prodotto un
ricco e dettagliato dossier.
La revisione approvata dal Governo Meloni riguarda 144 investimenti e riforme
che agiscono complessivamente su 15,9 miliardi di euro, di cui oltre 2,4 miliardi
riguardano la Sicilia di cui 1 miliardo di fondi strutturali e 1,4 dal PNRR.
La verità è che la partita di fondi europei e del PNRR - proseguono - è un
partita che Schifani non ha mai affrontato. Lunica riunione della cabina di regia
regionale sul PNRR è del 28 marzo scorso dove il governatore si è presentato al tavolo
con progetti per 1,578 miliardi, non contabilizzando quindi né quelli relativi alle
Infrastrutture (oltre 18 miliardi) né tutto il parco progetti messo in campo da Comuni e
Città metropolitane che quotano in Sicilia quasi 4 miliardi
Non vi è stato, inoltre, alcun pressing a a ridosso della IV rata e con le criticità
legate alla 3^ rata. Di fatto la Regione Siciliana guidata da Renato Schifani non ha mai
messo insieme la partita PNRR con la partita dei fondi europei e le politiche di coesione,
con sistemi di programmazione e gestione differenziati, senza avere quindi una visione
complessiva, organica e sistemica.
Il disastro per la Sicilia e i siciliani non finisce qui. E riguarda responsabilità
evidenti del governatore: Il 22 giugno scorso, infatti, il presidente Schifani ha avocato
a sé la delega su PNRR e fondi UE. Un cambio di governance che ha prodotto come effetto
solo 1+1,4 miliardi di risorse a rischio senza nessun confronto ne col Parlamento né col
partenariato economico sociale. Con conseguenze sono adesso sotto gli occhi di tutti:
nemmeno Schifani ha il timone delloperazione. Da una parte - affermano
Barbagallo e Li Calzi - subisce le decisioni romane di Fitto, dallaltro recepisce i
documenti contabili che gli arrivano dal Dipartimento Programmazione diretto da Falgares.
Il tutto senza toccare palla.
Alcuni Dati: gioco delle 3 carte su trasporti ferroviari e comuni spremuti
I dati riscontrati anche nel dossier parlano chiaro. La Regione Siciliana
non ha avuto alcun peso neanche sulla rimodulazione dei fondi per le infrastrutture
ferroviarie. Escono infatti dal PNRR 1 progetto su 3 dei lotti della Palermo-Catania e una
parte degli investimenti per lelettrificazione delle linee ferroviarie, dirottate
sulla tratta Napoli-Bari. Sulle ferrovie è stato fatto in Sicilia denunciano
Barbagallo e Li Calzi - il gioco delle 3 carte: tolgo 1 lotto e te ne lascio due ma alla
fine alla Sicilia mancherà oltre allalta velocità anche lalta
capacità.
A pagare le conseguenze di tanta inadeguatezza sono anche i Comuni: sono nella lista nera
della revisione approvata ieri in Parlamento, 1 miliardo per i piani urbani integrati ed i
progetti di rigenerazione urbana, 300 milioni per lefficienza energetica nei Comuni,
116 milioni per infrastrutture sociali e risorse ancora da quantificare sui 300 milioni
destinati a riqualificare beni confiscati alla criminalità organizzata e le risorse
destinate.
E saltano anche le risorse per la tutela e la valorizzazione del verde urbano ed
extraurbano su cui come PD - avevamo denunciato il rischio già ad aprile 2023, che
i 62,65 milioni assegnati alla Sicilia (che avrebbero dovuto dar vita a 1.457.000 nuove
piante messe a dimora a difesa dello smog ma anche ad argine degli incendi) fossero
derubricati dal PNRR perché il target non veniva raggiunto.
Adesso - concludono - oltre al danno non vorremmo che ci fosse anche la beffa. Resta
infatti da capire a chi saranno addebitate alle Città metropolitane o al
Ministero? - le risorse già spese, visto che dalla verifica della Corte dei Conti eao
emerso che erano state spese per comprare semi e non per piantumare alberi come richiedeva
il Programma approvato a Bruxelles.
|